Confessioni di un Passero Escursionista
Ciao a te che leggi.
Non so chi tu sia, ma da qualche parte ci saremo incontrati. Ho solo un anno e pochi mesi, ma di persone ne ho incontrate tante per terra e per mare. C’è chi dice che dovrei cominciare a volare: si è mai visto un uccello che non vola? “Ma io sono Il Passero Escursionista!”, ho ricordato e – anche se le mie ossa sono cave come quelle degli altri uccelli e il mio muscolo pettorale è forte – sono piccolo e pieno di entusiasmi ma … da qui a volare! E il peso dello zaino? Mi chiedo. È possibile volare lasciando tutto lì dentro? Perché la mia mania di accumulo è poderosa, inutile negarlo, e tutto finisce lì – visi, ricordi, biglietti, oggetti, mail, parole dette, non dette, acquisti non sempre responsabili – e via ad ingrossare il carico. Di una cosa sono certo: non sono un passero zen. Annodo le scarpe allo zaino purché lascino posto a una frivolezza. Insomma: sono un passero contraddittorio! Ebbè, che c’è? Vi piacciono i monoliti? I supersicuri? Quelli che sanno sempre da che parte stare? I predicatori? Non leggetemi perché sono curioso, aperto e spesso mi appassiono degli opposti.
“Mi contraddico?
Sì, mi contraddico.
Sono vasto.
Contengo moltitudini”
dice il poeta Walt Whitman. Non penso per antinomie, ma per giustapposizioni talvolta acrobatiche, lo ammetto. E allora? Forse sarò un Passero Anarchico, ma timido. No: ipertrofico nel pensiero, ma non un rivoluzionario. Non mi piace il conflitto e considero valore la mediazione. Mi ritengo un tipetto complicato, un grattacapo per gli appassionati di sfide. Diciamo che vivo con adeguatezza il mio tempo: non sono tempi difficili? Ecco: forse sono un Passero un po’ filosofo. Peripatetico, direi.
Camilla Paolucci
Illustrazione: Francesco persi