Azimut – Per noi che Controcamminiamo
Quando un cammino è sbagliato è anti-boheme, grasso, anti-estetico e NON è buono.
Che sembrano rane, iene, uomini che camminano
Come se il ritmo non fosse mai esistito, uomini
Per i quali è intelligente assumere e licenziare
E guadagnarci su, uomini con mogli dispendiose, proprietari
Di 60 acri di terra da sondare
O da valorizzare o da cintare per difendersi
Dagli incompetenti …
Uomini che stanno in piedi davanti
A finestre larghe nove metri e non vedono nulla,
Uomini con panfili di lusso che possono navigare
Intorno al mondo e tuttavia non escono mai fuori
Dalle tasche del loro panciotto, uomini come chiocciole,
Uomini come anguille, uomini come lumache,
E non altrettanto buoni …
Tratto da “Qualcosa per i soffietti, le suore, i garzoni dei droghieri e te” - Charles Bukowski
(Illustrazione: Collage di Francesco Persi su illustrazione di Jennifer Lefevre)
Sprecare passi
“Sì, uscire, perché una cosa che io faccio sempre, oltre a leggere, è camminare: cammino quando devo pensare, quando sto male, quando sto bene, quando devo risolvere un problema. Se tutti fossero come me, i calzaturifici sarebbero più quotati delle società petrolifere. Mia nonna, per sbarazzarsi dai cattivi pensieri, usava il ventaglio. Ogni tanto, la sorprendevamo, e magari era gennaio, che si sventagliava a tutta birra. Lei usava il ventaglio, io uso le gambe (o, da un altro punto di vista, spreco passi). E’ questo che mi ha detto un’amica che un giorno è rimasta sbalordita dal fatto che, invece di aspettarla al ristorante dove avevamo appuntamento, le sono andata incontro”.
Maria Perosino, Io viaggio da sola, Einaudi
Collage di Camilla Paolucci