La Via del Lupo di Marco Albino Ferrari
Il Passero Escursionista ha letto…
“A notte fonda, tra le vie deserte, 1/2 raggiungeva il macello, poco fuori dall’abitato, e raccoglieva i resti di macelleria che venivano abitualmente gettati nelle acque del fiume. Boitani e gli altri, con le radioriceventi in funzione, individuavano il cespuglio dove era di vedetta 1/2 e lo tenevano sotto osservazione, anche loro nascosti per celarsi sia al lupo sia agli abitanti di Villetta Barrea”.
C’è una vena gialla ne “La via del lupo”, Laterza, di Marco Albino Ferrari. A cavallo tra generi letterari diversi, il libro racconta le avventure del professor Boitani e del suo gruppo di ricerca che, negli anni settanta, tentava la riconciliazione dell’antagonismo ancestrale tra “Uomini e lupi”, film etnografico di Ernesto De Martino in cui la logica darwinista della lotta per la sopravvivenza, in tempi di risorse scarse, era un gioco a somma zero.
La ricerca degli etologi rimuove secoli di misconoscenze imprecise e parziali che avevano ridotto il lupo ad archetipo del Negativo: provate a chiedere a un bambino l’impressione che ha avuto leggendo “Cappuccetto Rosso!”
Attraverso il racconto on the road dagli Appennini alle Alpi, il detective Ferrari insegue le tracce del misterioso animale per proporci, fatti alla mano, una nuova visione, eco sistemica ed informata, sui rapporti tra l’Uomo e la Natura, in cui il lupo torna a regnare sulla sommità della catena alimentare in maniera scientifica nel corso dei cambiamenti antropologici e sociologici dell’Italia di quegli anni, svelando al lettore gli aspetti più affascinanti della vita in colonia del lupo nell’habitat più magico: la Montagna.